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I grandi predatori del mare: l’orca assassina

Autore: Ale
Redatto il: 11 Febbraio 2021

A differenza dei cetacei appartenenti alla classe dei misticèti, ovvero tutti quegli animali marini sprovvisti di dentatura ed aventi al loro posto delle ‘sottili lamine di tessuto e cheratina’ dette fanoni, le orche, cosi come del resto anche i delfini, vengono catalogate come cetacei odontocèti (o anche denticèti), proprio per distinguersi dai loro colleghi in quanto muniti di una dentatura vera e propria. Vivono in tutti i mari e gli oceani del globo terrestre e sanno adattarsi facilmente sia al caldo torrido dei tropici che al freddo rigido dei mari artici, cosa che permette loro anche di poter contare su una vasta gamma di specie di mammiferi marini e terrestri da poter cacciare.

Pesci, pinguini, leoni marini, foche, delfini, balene, ma anche uccelli e piccoli roditori distratti che si sono allontanati un po’ troppo dalla terra ferma, costituiscono il loro menù principale, essendo le orche dei superpredatori marini al vertice della catena alimentare. Grazie al loro sofisticatissimo sistema di comunicazione riescono a mettere in atto dei veri e propri piani strategici di caccia, attuando in gruppo con una sincronìa che ha a dir poco dell’incredibile.

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Il pappagallo, conosciamo meglio questo simpatico pennuto

Autore: Ale
Redatto il: 21 Agosto 2020

Fu lo zoologo tedesco Johann Georg Wagler nel 1830 a catalogare per la prima volta il pappagallo nell’ordine di uccelli denominato dei psittaciformi; tale ordine è particolarmente diffuso nelle aree tropicali e subtropicali del nostro pianeta, ed è costituito da più ‘famiglie’ della stessa specie che hanno segni caratteristici differenti a seconda dell’area geografica nella quale vivono. I pappagalli sono generalmente poco propensi ai lunghi viaggi quindi non sono soliti migrare, ed i loro spostamenti sembrano avere carattere assolutamente irregolare; tra l’altro, risulta quasi impossibile raccogliere maggiori dati a proposito, visto che con il loro becco riescono sempre a liberarsi da qualsiasi rilevatore di movimento venga applicato alle loro zampette.

Tutte le specie primarie di pappagalli hanno in comune alcune caratteristiche, la più evidente delle quali è sicuramente quella di essere muniti di un becco possente e ricurvo costituito da una parte superiore ed una inferiore entrambi mobili che ripiegano una verso l’altra con una potenza davvero non indifferente, che gli permette di rompere gusci di grossi frutti tropicali con estrema facilità.